Quello che le mamme non diconoSTORIE

Quello che le mamme non dicono sui terribili tre mesi: peggio prima o dopo?

Un numero che vi chiarirà parecchi dubbi visto che in giro c’è per lo più fuffa e cliché. La nuova rubrica di Desert Miraje® contro gli stereotipi femminili sulla maternità esce ogni venerdì (o almeno ci provo). Che la mia testimonianza dia forza, soprattutto consapevolezza a tutte le donne che la leggeranno

La prima passeggiata che ho fatto con Gabriel e Ale non la dimenticherò mai. Eravamo sul lungomare, in un assolato pomeriggio di dicembre e Gabriel era nell’ovetto a dormire, il che era un vero miracolo. Prendemmo un caffè al bar e la barista ci fece gli auguri. Mi chiese come stessi e io risposi “esaurita”, ovviamente. Sapete cosa rispose? “Già? Non hai visto ancora niente!”.

Solo questo basterebbe a chiudere l’articolo. Senza parole, allora come ora. Vi pare normale che una neomamma ancora sotto choc, che non sta dormendo, non si è ancora ripresa dal parto, non riesce a capire il figlio, che magari piange 16 ore al giorno tanto da farle dimenticare perfino chi è, si senta dire questo da un’altra mamma?

Non avrei voluto bugie, solo supporto. Comprensione. E magari coraggio. Ecco, questo è il chiaro esempio di ciò che noi donne e noi mamme viviamo ogni giorno. Fango su fango. Stereotipi su stereotipi. In quel momento non dissi nulla. Ma dentro di me esclamai: “Oddio, andrà davvero peggio di così”?

Da quel giorno feci il conto alla rovescia, come mi suggerirono in tante, fino ai 3 mesi di Gabriel. “I terribili 3”, li chiamano, perché sono davvero difficili. I primi tre mesi di vita di un bambino/a sono importanti e ostici perché di “adattamento“. Il piccolo, dalla protezione del ventre, si ritrova catapultato in un mondo di luci accecanti, suoni fortissimi, cose che non ha mai visto prima. E come ha bisogno di adattarsi lui/lei ne ha bisogno anche la mamma.

Il 5 marzo Gabriel ha compiuto tre mesi. Un po’ malinconica ma molto felice gli ho scattato una foto con il suo papà. Eravamo storditi, ancora sotto choc, credo che ancora non abbiamo realizzato di essere diventati genitori. Perché dall’ultimo tracciato, il papà che corre dal lavoro e la chiacchierata con l’anestesista del cesareo, ti ritrovi questo esserino in braccio e non hai la minima idea di chi sia né da dove venga.

Vi starete chiedendo: va davvero peggio come disse quella donna al bar? La risposta è: No. Perché invece, ragazze mie, va sempre meglio, ogni giorno che passa. All’inizio dorme poco o troppo, non capisce se è giorno o notte, non riesce a mettere a fuoco per capire che sei la mamma. Insomma è un neonato appena arrivato e sotto choc più di te che lo hai partorito, giustamente.

Dopo tre mesi invece è tutto diverso: distingue giorno e notte, le poppate si fanno più regolari, inizia ad essere presente, piange molto, molto, molto, molto meno. Poi è normale, ogni bambino è a sé. Ogni caso è a sé. Diffidate di chi vi dice che “i neonati sono tutti così”. Che “dipende tutto dalle abitudini che gli fai prendere”. Non è vero, o meglio lo è solo in parte.

Il consiglio che posso darvi è: faticate tanto i primi tre mesi per passargli più abitudini che potete, questo sì. La cosa di cui sono più fiera è essere riuscita a insegnare a Gabriel la differenza tra giorno e notte. Mi fa dormire? Poco, ma sicuramente meglio di due mesi fa. Non ci sono paragoni. Certo per lo più sarete voi che dovrete capire le abitudini del neonato.

Cercate di capire che la vita che conducevate prima non esiste più. Ora avete iniziato una nuova vita con questa nuova creatura. E’ difficile da comprendere ma una volta compreso credetemi siete sulla buona strada. Ci sono tante difficoltà, ostacoli, stanchezza, ma ricordate: andrà sempre meglio. Un giorno vi ritroverete a vivere una vita più straordinaria di quella di prima.

Che vi dico a fare “quando vi guarda e sorride vi dimenticate di tutto”? No, non vi dimenticate niente. Però la gioia che provate è indescrivibile e vi fa convincere che ne è valsa la pena.

Pro memoria: allontanate le persone che vi scoraggiano. Ora più che mai sono la cosa di cui potete fare a meno. Sono amici? Parenti? Genitori? Suoceri? Fregatevene altamente e cercate persone che vi rallegrano e portano speranza. E’ arrivato il momento di iniziare una nuova vita, lo abbiamo appena detto.

Buon miraggio!

Miraja

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